Immaginate di lasciare vostro figlio di dieci anni da solo, di notte, in una piazza affollata di una metropoli sconosciuta, con in tasca le chiavi di casa e il portafoglio ben in vista.
Nessun genitore responsabile lo farebbe mai.
Eppure, è esattamente ciò che accade ogni giorno, milioni di volte, quando consegniamo uno smartphone sbloccato nelle mani dei nostri ragazzi senza alcuna preparazione.
Come esperto IT-Cyber, settore in cui lavoro da molti anni, ho visto e vissuto l’evoluzione delle minacce informatiche, oggi divenute pericolosissime piaghe sociali (oltre che distruttive dal punto di vista economico-aziendale):
Circa 40 anni fa, giocavamo senza internet, magari insieme ai nostri genitori che esploravano insieme a noi la magia di questi nuovi strumenti.
L’avvento di internet ha portato alla diffusione dei virus per PC:
30 anni fa alcuni erano quasi divertenti, anche se ti ritrovavi poi a riformattare la macchina..
Oggi siamo passati a predatori silenziosi che manipolano la psicologia dei nostri figli e ad algoritmi che ne modellano i comportamenti.
Non è più solo una questione tecnica, è un’emergenza sociale e sanitaria.. E si, le “cattive compagnie”, non sono più soltanto nel nostro quartiere ma anche e soprattutto online!
….Immerso nello schermo, isolato dal mondo: la luce blu non è l’unico rischio, perché spegne lentamente anche le connessioni umane…
Lo Scenario Attuale: I Numeri della Crisi
Non serve essere allarmisti quando i report ufficiali disegnano un quadro così nitido.
La situazione in Italia sta cambiando rapidamente e i dati raccolti nell’ultimo anno da enti come Save the Children, Polizia Postale e le principali società di ricerca ci dicono che l’età del rischio si è abbassata drasticamente, mentre le conseguenze si aggravano.
Ecco la fotografia della situazione oggi:
- L’ingresso precoce (Il dato Censis/Save the Children):
L’età media del primo accesso allo smartphone personale è crollata.
Secondo l’indagine “Tempi Digitali”, il 65,9% dei bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza già attivamente i social media (TikTok e Instagram in testa), nonostante il limite di legge.
Ancora più preoccupante: quasi il 30% dei genitori ammette di aver dato lo smartphone ai figli prima dei 10 anni. - L’esplosione della Sextortion (Dati Polizia Postale):
Nel report annuale della Polizia Postale, emerge un dato agghiacciante: i casi di sextortion (estorsione sessuale) ai danni di minori sono in costante aumento.
Spesso le vittime sono maschi adolescenti (14-17 anni) adescati su social network da profili fake. - Cyberbullismo e Isolamento:
Secondo i monitoraggi ministeriali e piattaforme come Telefono Azzurro, circa 1 ragazzo su 5 è coinvolto in episodi di bullismo online. - Sconosciuti in casa:
Il Global Online Safety Survey di Microsoft ha evidenziato che in Italia il 66% degli adolescenti ha avuto esperienze negative online, incluso il contatto indesiderato da parte di adulti.
L’Anomalia Italiana: All’Estero si Studia, Qui si Spera
Mentre in Italia il dibattito sull’educazione digitale è spesso relegato a iniziative sporadiche, all’estero la musica è diversa.
- Regno Unito: L’Online Safety Act responsabilizza legalmente le piattaforme e l’educazione alla sicurezza online è integrata nei curricula scolastici fin dalle elementari.
- Australia: Esiste l’eSafety Commissioner, un commissario governativo che fornisce risorse obbligatorie per le scuole e strumenti di segnalazione immediata.
- Nord Europa: In paesi come Finlandia ed Estonia, la cybersecurity e il riconoscimento delle fake news sono materie scolastiche fondamentali quanto la matematica.
In Italia, deleghiamo alla scuola un compito per cui gli insegnanti non sono formati, e la scuola delega alle famiglie, spesso tecnologicamente impreparate.
Personalmente ho lavorato in realtà multinazionali e posso garantire che in paesi come Francia, German, Spagna, ecc, si fa formazione fin dalle scuole “elementari”.
Si spiega ai ragazzi – anche attraverso carte da gioco appositamente preparate – quali possono essere le minacce, visibili e non, e come comportarsi.
Qui da noi, purtroppo, ancora il nulla cosmico o quasi.
La Nuova Mappa dei Rischi: Non Solo Hacker, Ma Manipolazione
Genitori, il pericolo non è (solo) nel misterioso Dark Web.
È nelle app colorate installate sul tablet in salotto, nelle dinamiche psicologiche che esse innescano, nei canali on-demand, su Youtube, nei vari social, ecc.
L’Effetto “Pifferaio Magico”: Gli Influencer
Per la Generazione Alpha e Z, gli YouTuber e i TikToker non sono solo intrattenitori:
sono figure di riferimento spesso più ascoltate dei genitori o degli insegnanti.
Si crea una “relazione parasociale”: il ragazzo si fida ciecamente del creator.
Il rischio? L’emulazione di comportamenti pericolosi, l’adozione di standard estetici irrealistici (che portano a disturbi alimentari e dismorfofobia) e la spinta all’acquisto compulsivo di prodotti sponsorizzati, spesso di dubbia qualità o inadatti all’età.
La Trappola dei Video “Fake” e l’Algoritmo (Una Storia Vera)
Molti genitori pensano: “Mio figlio guarda solo i cartoni animati, è al sicuro”. È l’errore più grande.
Le piattaforme di video hosting sono piene di contenuti “esca”: video che sembrano innocui (utilizzando personaggi noti come Peppa Pig o i supereroi) ma che improvvisamente virano verso contenuti violenti, sessualmente espliciti o volgari.
Vi racconto un episodio personale che mi ha aperto gli occhi anni fa e che ancora oggi mi procura un certo fastidio, per quello che “non ho fatto”:
Ero sul divano con mio figlio, ancora piccolo.
Stavamo guardando una compilation di vecchi cartoni di Willy il Coyote su YT. Un classico innocuo.
Mi sono assopito per pochi minuti…..
Mi ha svegliato lui, tirandomi la manica, confuso: “Papà, papà, PAPAAAAAA’ ma cosa stanno dicendo?”.
Nel video, i personaggi avevano iniziato a bestemmiare ferocemente.
L’algoritmo di autoplay aveva scelto quel video come “correlato”, servendo spazzatura direttamente nel salotto di casa nostra mentre io dormivo tranquillo.
Grooming, Sexting e Truffe
Rimangono attuali i rischi “classici”: l’adescamento (grooming) sulle chat dei videogiochi come Roblox o Fortnite; il Sexting, dove una foto intima inviata per ingenuità diventa un marchio indelebile; le truffe nei giochi “Freemium” che spingono all’acquisto compulsivo.
L’Incubo dei Deepfake: Il Bullismo 2.0
C’è una nuova minaccia che sta terrorizzando le scuole, e molti genitori non sanno nemmeno che esiste: l’abuso dell’Intelligenza Artificiale.
Oggi, a un bullo non serve più rubare una foto compromettente: basta prenderne una innocente dai social (o dalla chat di classe) e usare app e bot gratuiti per “spogliare” virtualmente la vittima.
Si chiama Deepfake Porn non consensuale.
Succede alle compagne di classe, spesso minorenni, che si ritrovano protagoniste di immagini false ma iper-realistiche diffuse nelle chat scolastiche. Il trauma psicologico per chi lo subisce è devastante, reale quanto quello fisico.
E per chi lo crea? Scattano denunce penali pesantissime per produzione di pedopornografia, di cui i genitori rispondono.
Il male Invisibile: Dipendenza Clinica e Necessità di “Detox”
Oltre ai malintenzionati, per non farci mancare nulla, c’è un altro rischio:
l’impatto biologico dell’iper-connessione, delle ore passate attaccati allo schermo.
Non si tratta più di una metafora: la scienza parla chiaro.
- La “Trappola della Dopamina”: Le app sono progettate da ingegneri comportamentali per creare dipendenza chimica. Ogni notifica rilascia dopamina, attivando gli stessi circuiti neuronali coinvolti nelle dipendenze da sostanze. Un cervello in via di sviluppo (che matura a 25 anni) non ha i “freni” inibitori per gestire questo bombardamento.
- Dalla pessima abitudine alla Patologia: I dati clinici sono allarmanti. I reparti di neuropsichiatria infantile in Italia segnalano un aumento esponenziale di ricoveri per patologie correlate all’uso della rete: ritiro sociale grave (fenomeno Hikikomori), disturbi del sonno, ansia e, sempre più spesso, vera e propria dipendenza patologica.
- La necessità del Detox: Non parliamo più di “staccare un po’”.
Per molti ragazzi è ormai necessario un percorso di “disintossicazione digitale” assistito da specialisti, per riabituare il cervello a funzionare senza lo stimolo continuo dello schermo e recuperare la capacità di concentrazione, oggi letteralmente frammentata dai video brevi (il cosiddetto “TikTok Brain”).
Genitori, APRIAMO gli Occhi: L’Ignoranza non è una Scusa
Il commento che sento più spesso è: “…Ma mio figlio è bravo, lo usa solo per guardare video”.
Sbagliato. L’algoritmo non sa che nostro figlio è “bravo”.
L’algoritmo è progettato per tenerlo incollato allo schermo, e i criminali sanno dove trovarlo.
Essere un “genitore distratto” oggi equivale a lasciare la porta di casa spalancata. Non si tratta di diventare hacker, ma di esercitare la Genitorialità Digitale.
E attenzione allo specchio: se noi genitori siamo i primi a postare le foto dei nostri figli senza consenso (Sharenting) o a stare a cena con lo sguardo incollato alle mail di lavoro, con quale autorità possiamo chiedere a loro di disconnettersi?
Dobbiamo smettere di demonizzare la tecnologia, ma dobbiamo anche smettere di trattarla come un giocattolo innocuo. Lo smartphone è una Ferrari: non si dà a un neopatentato senza istruttore.
Il piccolo manuale di Sopravvivenza: Soluzioni e Comportamenti
Ecco infine la strategia che consiglio di adottare oggi stesso. Poche regole, tanto-tanto-tanto buon senso!
Dividiamo le azioni in due categorie: tecniche e relazionali.
- Comportamenti da Adottare (Lato Tecnico)
- Parental Control Obbligatorio: Fino ai 14 anni è un dovere. Usate Google Family Link (Android) o Tempo di Utilizzo (Apple). Impostate limiti di tempo ferrei.
- Privacy Check: Controllate fisicamente le impostazioni. Il profilo social deve essere Privato. La geolocalizzazione deve essere spenta. I messaggi diretti devono essere bloccati agli sconosciuti.
- YouTube Kids non basta: Anche le piattaforme dedicate ai bambini possono fallire (come dimostra il mio aneddoto). La supervisione diretta, specialmente sotto i 10 anni, resta insostituibile.
- Comportamenti da Adottare (Lato Educativo/Relazionale)
- Il Patto Digitale: Scrivete un contratto prima di dare il telefono. “Io ti do questo strumento, ma conosco le password e posso controllare. Se c’è un problema, ne parliamo senza punizioni immediate”.
- Parlare degli Influencer: Guardate i video dei loro idoli con loro. Chiedete: “Secondo te, perché dice queste cose? Pensi che sia la vita reale o una recita per vendere qualcosa?”. Sviluppate il loro spirito critico.
- Educare sui Deepfake: Spiegate chiaramente ai figli che creare immagini finte di compagni nudi non è uno “scherzo”, è un reato grave che rovina la vita agli altri e a se stessi (con la polizia).
Note finali
La sicurezza assoluta non esiste, in nessun ambito sociale e IT.
Ma esiste la consapevolezza.
Se vostro figlio vede qualcosa che lo turba, deve sapere che la sua prima reazione non deve essere ‘nascondere per paura’, ma ‘condividere per risolvere’.
Costruiamo questo ponte di fiducia oggi.
Note sull’autore:
Piacere mio: Sono Francesco Diblasio e da oltre 25 anni opero nel settore ICT e Cyber Security.
In questo arco di tempo, ho sviluppato competenze tecniche, relazionali e gestionali significative.
Le mie esperienze includono il coordinamento di team multidisciplinari, in contesti Nazionali e non; attività commerciali, awareness, sviluppo startup, il tutto coadiuvato da una buona dose di empatia e del sano coaching che mi permettono di instaurare relazioni di fiducia solide e durature con colleghi, stakeholders e clienti.
Sono appassionato di informatica e tecnologia dal mio primo Commodore VIC=20 ma negli anni “l’Essere umano” è sempre rimasto al centro del mio mondo.
“Tecnologia si, ma umano centrica” è la mia personale visione.
Pagina Linkedin: https://www.linkedin.com/in/francesco-diblasio